L’1% della popolazione mondiale sfamerebbe un miliardo di poveri per 20 generazioni

Quando guadagna l’1% della popolazione mondiale più ricca: così tanto da riuscire a mantenerci a vita davvero tutti.

Negli ultimi anni, la ricchezza globale si è concentrata in modo sempre più estremo: dal 2015, l’1% più ricco del pianeta ha visto crescere i propri patrimoni, in termini reali, di oltre 33.900 miliardi di dollari. Una cifra talmente elevata da poter sollevare dalla povertà estrema più di un miliardo di persone, che oggi vivono con meno di 8,30 dollari al giorno, non per una ma bensì per ben 22 volte. Insomma, pochi eletti sfamerebbero per 20 generazioni i poveri in condizioni di totale indigenza.

immagine grafica di un ricco coi soldi che escono dalle orecchie
L’1% della popolazione mondiale sfamerebbe un miliardo di poveri per 20 generazioni PromoCatanzaro.it)

Lo spiega un’analisi pubblicata dal Corriere della Sera, che parla apertamente di pianeta della disuguaglianza, e sicuramente non è una definizione errata, se si pensa – a conti fatti – che solo tremila miliardari hanno accumulato una ricchezza aggiuntiva di 6.500 miliardi di dollari nell’arco di un decennio, raggiungendo un valore complessivo che rappresenta quasi il 15% del prodotto interno lordo mondiale. Insomma, qualche migliaio di persone rappresenta un sesto del PIL del pianeta.

Taglio dei fondi pubblici e rischi per i Paesi più poveri

I dati che vi stiamo commentando rappresentano le analisi di Oxfam pubblicate in vista della Quarta Conferenza internazionale sul Finanziamento per lo Sviluppo, in programma a Siviglia, e quello che emerge è sotto molti punti di vista uno scenario davvero sconfortante, se si pensa che i Paesi più ricchi al mondo, anno dopo anno, stanno tagliando i fondi destinati alla cooperazione internazionale, per cui non diventa più un problema di “privati cittadini”.

immagine grafica di una donna che invita a mangiare i ricchi
Taglio dei fondi pubblici e rischi per i Paesi più poveri (PromoCatanzaro.it)

Insomma, si delinea l’idea di un mondo in cui i governi degli Stati più ricchi riducono gli aiuti pubblici in maniera più marcata di quanto non sia mai avvenuto dagli anni Sessanta. Il dato più eclatante è quello che riguarda i Paesi che compongono il G7 e che hanno programmato un taglio degli aiuti del 28% nel 2026 rispetto al 2024: una situazione che la dice lunga e che ha chiare ed evidenti ripercussioni su quelli che sono i Paesi più poveri.

Le proposte in campo per la redistribuzione delle ricchezze

Sei su dieci di questi, stando ai recenti dati, sarebbero a rischio default, costretti a destinare al pagamento degli interessi risorse maggiori di quelle impiegate per la sanità e l’istruzione. Oxfam di fatto denuncia che la cosiddetta Agenda 2030 è una chimera, i cui obiettivi sono assolutamente lontani dall’essere raggiunti. Cosa fare dunque? Ci sono delle proposte, che però al momento restano carta morta e di difficile attuazione.

joe biden parla alla nazione
Le proposte in campo per la redistribuzione delle ricchezze (PromoCatanzaro.it)

Una di queste è firmata dall’ex presidente USA, Joe Biden, il quale chiede una tassa minima del 25% sui redditi dei super-ricchi, mentre l’EU Tax Observatory, che mira a introdurre un prelievo annuale del 2% sui patrimoni superiori al miliardo di euro. Si delinea in questo scenario, un sistema che fatica a promuovere un benessere realmente condiviso, e che fa i conti costantemente con tagli agli aiuti, crisi debitorie, instabilità geopolitiche.

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